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neurinoma e campi elettromagnetici

Cellulari sì, ma a piccole dosi e lontani dalla testa

La notizia non farà piacere agli italiani, amanti del loro inseparabile telefonino, ma sarà difficile non tenerne conto: per la prima volta uno studio controllato ha dimostrato la veridicità delle accuse mosse da più parti ai telefoni cellulari sul loro ruolo nell’insorgenza di alcune forme specifiche di tumore cerebrale.
Da anni infatti si alternano, in varie sedi, indicazioni di segno opposto ma mai conclusive, perché ricavate da studi effettuati a posteriori o da metanalisi, o perché viziate dalla mancata considerazione dell’influenza di altre potenziali fonti di microonde e campi elettromagnetici.
Emissione di microonde in un telefono cellulare dotato (a destra) o meno (a sinistra) di una custodia che assorbe le radiazioni.

Lennart Hardell, del Dipartimento di oncologia dell’Orebro Medical Center dell’omonima cittadina svedese, ha raccolto i dati sull’uso dell’apparecchio mobile riguardanti più di 200 soggetti con tumori cerebrali e più di 400 volontari sani. Una volta effettuate tutte le correzioni del caso, la conclusione è stata chiara: se da un parte si conferma l’aumento di rischio di sviluppare un tumore cerebrale per chi, per vari motivi, è sottoposto a radiazioni ionizzanti (per esempio persone che lavorano nei reparti di radiologia, nelle industrie chimiche o nei laboratori di ricerca), dall’altro emerge la responsabilità dei telefonini nel favorire l’insorgenza di una neoplasia proprio nell’area più vicina al punto di contatto con il telefono, cioè i lobi occipitali, temporali e temporoparietali, che persiste anche tra chi ha un’occupazione a rischio.

I ricercatori svedesi ricordano comunque che la maggior parte dei malati aveva usato telefoni di prima generazione, che emettevano una quantità di microonde da due a tre volte superiore rispetto a quelli usati attualmente. "Per questo" sottolinea Hardell "abbiamo intrapreso un altro studio di dimensioni più ampie, che coinvolgerà 1.500 malati e altrettanti volontari sani e che si concluderà tra un anno". Nel frattempo si può comunque prendere qualche precauzione, come ricorda l’oncologo svedese: "Bisogna usare di più l’auricolare e, se si usa il telefono in macchina, farsi installare un’antenna fissa esterna. Altrimenti si rischia di essere esposti a dosi ancora più alte di microonde. Infine bisogna fare attenzione ai ragazzi: non si ancora con precisione che effetto esse possono avere su un organismo in accrescimento".

In proposito la Gran Bretagna ha anticipato tutti: il Ministero della sanità ha infatti chiesto a una commisione di esperti scozzesi dell’Università di Dundee, riuniti nell’Independent Expert Group on Mobile Phones, di pronunciarsi in proposito. Il richiamo non si è fatto attendere: "Non ci sono conclusioni definitive, ma è opportuno che, negli adolescenti, l’utilizzo dei telefoni cellulari sia limiato allo stretto indispensabile e sia scoraggiato in tutti gli altri casi". La relazione si può trovare all’indirizzo internet www.iegmp.org.uk.

Fonte: Medscape General Medicine 2000, numero del 4 maggio


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